Osteopatica Pediatrica | Caso Clinico 1: Relazione Mamma e Bebè
L’osteopatia pediatrica e neonatale, grazie ad un approccio fatto di pressioni delicate e non invasive, aiuta il bambino a liberarsi dalle tensioni stimolando la sua capacità di autoregolazione (principio di autoguarigione).
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Caso Clinico 1: Relazione Mamma e Bebè

Caso Clinico 1: Relazione Mamma e Bebè

Nella settimana mondiale per l’allattamento, 1-7 ottobre 2018, volevo condividere il primo dei casi clinici che avevo preparato. Riguarda la relazione tra mamma-bebè non solo da un punto di vista emotivo ma anche strutturale e di come un’intervento precoce dell’osteopata, già dalla gravidanza e soprattutto nelle prime settimane di vita, può essere d’aiuto.

Sovente nei casi di travaglio particolarmente lungo, precipitoso o nei casi di parto operativo (Ventosa, Kristeller, Cesareo, ecc,)  possono venirsi a creare delle “Disfunzioni Craniche” e non, che potrebbero rendere più difficile l’attacco al seno del neonato.

Alcuni segnali che ci possono fare presupporre che esista una di queste distorsioni possono essere:

  • Rifiuto del seno
  • Dolore al capezzolo o ragadi
  • Attacco solo ad un seno
  • Agitazione e pianto durante la poppata
  • Letargia (il bambino si attacca e dopo poco si addormenta)

La prima cosa da fare in questi casi, oltre che parlare col pediatra per escludere ogni possibile patologia, è consultare un’ostetrica per l’allattamento. Questa aiuterà la neo-mamma nel trovare le posizioni più confortevoli per entrambi e dovrebbe essere sempre lei la prima a valutare eventuali restrizioni di mobilità che possano influenzare negativamente l’attacco al seno. Sarà poi compito dell’osteopata neonatale, trattare e rilasciare tutte queste restrizioni al fine di aiutare il bambino e la mamma in questo gesto che dovrebbe essere semplice e naturale. LM

 

CASO CLINICO MAMMA E BEBÈ

Maschio – 3 settimane

Motivo del consulto

Reflusso persistente, prevalentemente diurno. Difficoltà nella suzione (++ seno destro).

Anamnesi

  • Gravidanza: Primipara 28 aa, primo trimestre di gravidanza accompagnato da forti nausee e frequente vomito tanto da perdere lievemente peso (al bisogno “biochetasi”). Secondo trimestre sereno, buona energia non dolori o fastidi particolari. Terzo trimestre caratterizzato da forte dolore a fascia e non irradiato nella zona lombare che compariva soprattutto dopo uno sforzo (diverso tempo in piedi, camminate ecc) e migliorava col riposo. Ha avuto diversi dolori alle articolazioni, prevalentemente a carico degli arti inferiori (ginocchia, caviglie ++) e racconta un aumento ponderale totale di circa 20 kg, presi soprattutto durante gli ultimi mesi. Ipotiroidismo gravidico comparso dal 1° T.  e trattato con eutirox (inizialmente 25mg/die aumentato poi a125mg/die verso la fine della gestazione) che attualmente continua ad assumere nella posologia di 75mg/die.
  • Traumi: all’inizio all’8°mese racconta di un forte spavento durante la notte a seguito del quale ha sentito un cambiamento della posizione del bambino, tanto da sentirsi scomoda in posizione sdraiata e da fare fatica per questo anche a dormire.  All’ecografia di controllo, effettuata poco dopo il trauma, in quanto la mamma avvertiva minore movimento fetale, il bambino si presentava cefalico ma con arto destro associato, condizione non presente alla precedente ecografia (circa un mese prima).
  • Parto: 38^+5 rottura delle acque, fase prodromica per le 24 ore successive, contrazioni non regolari, non dilatava. Non è stato eseguita nessun controllo manuale o ecografico prima delle 24 ore per scongiurare il rischio di infezioni. La mamma e il BB sono stati monitorati con cardiotocografia per tutto il tempo. Dopo le 24 ore si cominciava la profilassi antibiotica preventiva e quando l’ostetrica esegue la visita si accorge che il bambino si presenta di mano. Si procede con un ecografia per valutare eventuale riposizionamento della mano e della testa al fine di procedere con un parto vaginale ma si evidenzia che l’arto superiore dx è completamente esteso nel canale vaginale e si procede quindi ad un cesareo d’urgenza.
  • Adattamento alla vita neonatale: APGAR 8 -10, Peso 3010 gr,  Altezza 52 cm, CC 34 cm . Primo pianto valido. Il bambino manifesta subito una lieve bradicardia, viene pertanto messo in culla termica e monitorato per 24 ore.  Allo screening cardiologico non si evidenzia alcuna anomalia cardiaca. Sospettata un’infezione, non confermata da analisi, vengono somministrati antibiotici (ampicillina 6 dosi e gentamicina 3 dosi) fino alla risoluzione della condizione.  Il bambino viene condotto varie volte durante il giorno dalla madre che racconta, da un lato, di un attacco al seno difficile (soprattutto a dx) e, dall’altro, di un bambino molto agitato, vorace e che “starebbe sempre attaccato”. Alvo regolare, no coliche, reflusso importante in termini di quantità e frequenza. Il BB però rigurgita senza apparente sforzo e non appare particolarmente disturbato . Crescita ponderale molto buona (+520gr in 9gg).

 

Osservazione 

  • Il bambino è sereno, in braccio alla mamma, il colorito è roseo, molto vispo, attento al mondo che lo circonda, segue già con lo sguardo la mamma e anche l’operatore. La testa è lateroflessa a dx e l’arto destro esteso sopra la testa. Così come in braccio alla mamma, anche da supino la testa assume posizione lateroflessa a dx mentre l’arto destro è mantenuto esteso sopra la testa.

 

Esame generale

  • Movimenti spontanei degli aa nella norma 
  • Buon controllo del capo (PTS)
  • Lateroflessione del capo a dx 
  • Arto superiore dx esteso sopra la testa, riducibile, ma torna in pochi secondi nella posizione iniziale.
  • Addome gonfio ma trattabile
  • Svilippo psico-motorio in linea con l’età. 

 

Esame Osteopatico 

  • Compressione della SSB
  • Occipite traslazione sx
  • Restrizione dello SCOM e dei mm ioidei a dx
  • Restrizione ioide ++
  • Restrizione a livello del tratto cervicale e dorsale alto con pivot su D3
  • Restrizione di mobilita globale spalla dx
  • Diaframma in torsione e restrizione a sx ++
  • Compressione del sacro
  • Fulcro emotivo mamma

 

Eziologia

  • La causa del problema, sia di suzione che di reflusso, secondo me, è riconducibile al malposizionamento intrauterino (probabilmente dovuto al trauma emotivo subito dalla mamma all’8°mese). La base cranica è stata costretta ad una traslazione sn rispetto a C1 disturbando l’emergenza dei nc IX – X -XI dal forame giugulare (deglutizione, digestione, respirazione, ritmo cardiaco) e dei nervi frenici (diaframma) lungo il loro decorso cervicale. Inoltre, il condilo sn avanzando e subendo anch’esso le forze compressive della malposizione i.u. subisce una distorsione a carico della sua parte anteriore e posteriore che disturba il XII nc nel passaggio del forame dell’ipoglosso (suzione).

 

Trattamento

  • Sono state eseguite due sedute volte a trattare le disfunzioni sopra-elencate. I trattamenti sono stati eseguiti nell’arco di una settimana (lunedì-sabato), non tanto per esigenze del BB quanto per quelle della famiglia, essendo residenti in un comune a 400 km da Modena. 
  • Alla fine del primo trattamento, dopo aver liberato il sacro e il diaframma e la base cranica, mi interesso dell’arto superiore e di tutte le strutture (articolazioni-muscoli-fasce) legate alla spalla/collo e alla deglutizione per permettere al bambino di potersi approcciare al seno più liberamente. Anche il reflusso sembrava migliorato già dal giorno dopo.
  • Ho trattato anche la mamma, riequilibrando il bacino, normalizzando i rapporti tra il sacro e l’utero (lavorando anche la cicatrice) e trattando il punto di ingresso dell’anestesia spinale che rappresenta un punto di resistenza importante a livello duramerico.
  • Al secondo trattamento ho ricontrollato il lavoro svolto precedentemente e armonizzato cranio/sacro che sembravano essere ancora asincroni…
  • È stato un parto molto complicato ed impegnativo sia per mamma che per il BB e la sensazione che entrambi fossero legati emotivamente all’evento era evidente a livello mediastinico dove le tensioni (sia della mamma che del BB) erano molto simili qualitativamente che quantitativamente. Decido pertanto di interagire con questi tessuti incoraggiandone il riequilibrio legamentoso pericardico e diaframmatico tenendo presente l’esperienza del parto (“fulcro emotivo”).

Il bambino dopo una settimana muove liberalmente il capo e le braccia, sia attacca bene ad entrambi i seni, fa poppate regolari anche se tende ad essere molto vorace e ad avere delle pause tra una poppata e l’altra di max 2h (è un bimbo che cresce molto..) i rigurgiti sono sempre presenti ma molto meno frequenti e meno abbondanti. A causa delle distanza non mi è possibile programmare altre sedute nel breve periodo, si prevede tuttavia un controllo intorno i 6 mesi.

Conclusioni

La relazione tra una madre e il suo bambino, va molto oltre il legame affettivo… i loro due sistemi si influenzano a vicenda al punto che, quando una donna incinta prova del dolore fisico, stress o subisce un trauma di qualsiasi natura, è probabile che questo si rifletta sul bambino. In quest’ottica credo che sia molto importante il lavoro osteopatico di preparazione al parto, non solo come aiuto alle mamme (pubalgia, sciatalgia, nausee persistenti ecc) ma, come evidenziato in questo caso, il trattamento della donna incinta è il primo approccio in un ottica di prevenzione per la salute del bambino.

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